martedì 24 gennaio 2012

Dalla Cina... Col Moncler


Cari lettori, vorrei rendervi partecipi di una discussione nata qualche sera fa insieme ad un gruppo di amici, ricollegabile agli ultimi post, nei quali trattavo del duplice bisogno dell'uomo di essere unico, ma allo stesso tempo conforme alla massa ed in particolare al gruppo/società di appartenenza.
Una ragazza del gruppo, tornata da un periodo di soggiorno a Shangai, sfoggia un bel piumino blu, del marchio Moncler e ci rende partecipi del fatto che l'ha acquistato in Cina a soli 30 euro.
Da qui prende vita il dibattito: da un lato alcuni sostengono l'acquisto della nostra amica, la quale necessitando di un piumino, afferma che nemmeno alle bancarelle ne avrebbe trovati di così economici e allo stesso tempo carini (il modello da lei indossato nonché contraffatto, in Italia non appare tra i capi a catalogo). Dall'altro lato invece, c'era chi, sostenendo l'importanza del brand, la storia e la qualità di Moncler, non approvava l'acquisto fatto, in quanto capo contraffatto, che imita l'originale, ma che non ha niente a che vedere con esso. 
Girovagando sul sito di Moncler, scopro la dura lotta che il marchio francese sta facendo contro la contraffazione, la quale prevede che tutti i capi possiedano nell'etichetta al loro interno un codice, da inserire nel sito "certilogo.com"per verificarne l'originalità e la collezione di appartenenza. 
I dati alla mano ci fanno capire che il 70% delle merci contraffatte proviene dall'estremo oriente e le immagini che vi riporto mostrano che il ben 56% della contraffazione che riguarda l'Italia, è rappresentata da beni di moda.


Questo discorso è ricollegabile alla "consumer's need for uniqueness" e quindi al fatto che il brand, dal canto suo, tutela il consumatore -"unico"- poichè ha acquistato un capo (non proprio economico) del marchio Moncler , contraddistinto da un codice, il quale rende unico e garantisce all'acquirente di possedere un capo originale, con tutte le caratteristiche ad esso legate.
Allo stesso tempo, questo argomento è anche riconducibile al bisogno dell'uomo di conformismo. La contraffazione dilaga tra italiani, ma anche nel resto del mondo, perchè spesso un capo "di moda", che molte persone indossano, è maggiormente desiderato, ma, specialmente quando si tratta di capi costosi come Moncler, non tutti possono permetterselo o magari possono permetterselo ma per principio non spendono cifre eccessive e quindi preferiscono acquistarlo contraffatto.

www.moncler.com
La contraffazione è made in Cina

1 commento:

  1. ho visto poi che è stato messo il link all'articolo, allora chiedo che sia specificato che le immagini sono state prese dall'articolo e sia specificato il riferimento bibliografico corretto: tesata data e e autore
    tra le altre cose l'autore è un giornalista professionista e quindi la macata citazione è un danno anche alla sua immagine professionale.

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