Nell’autopresentazione del soggetto coesistono degli elementi involontari,
quali il sesso, l’età, la razza, che trasmettono notizie sul suo corpo e sui
suoi ruoli; con degli elementi manipolati intenzionalmente che esprimono il
modo in cui il soggetto vede se stesso e così vuole che gli altri lo
percepiscano (Calabrese M, 1990).
James (1909) distingue tre componenti dinamiche del sé:
• Me Materiale: deriva dalla consapevolezza di avere un corpo e
degli oggetti;
• Me Sociale: deriva dalle immagini che l’individuo presume che gli
altri abbiano di lui/ lei, dalle norme, dai valori sociali;
• Me Spirituale: le attitudini personali;
Il Me Materiale è fondamentale per quanto riguarda il significato degli
oggetti moda, in quanto gli oggetti che possediamo fanno parte della nostra
identità e se vengono criticati, ci sentiamo criticati in prima persona, poiché
“vesto quindi sono”.
Belk (1988, In Schembri S e Merrilees B) propone la teoria “of the extended
self” la quale asserisce, in prospettiva filosofica, che i consumatori sono la somma
dei loro possedimenti e l’oggetto è parte del sé. Ahuvia (2005, In Schembri.S e
Merrilees.B) sostiene che con l’avvento del postmodernismo si è introdotta la
possibilità degli individui di possedere un frammentato e multiplo senso del
sé che esprimiamo anche attraverso diversi stili di abbigliamento.
Quindi, il nostro armadio è in stretta relazione alla nostra identità.
Separando i diversi stili di abbigliamento, l’armadio ci permette di far
emergere l’aspetto del sé che desideriamo in quel momento. Quando la nostra
identità cambia, anche il nostro guardaroba cambia di conseguenza e una fase
importante di trasformazione è proprio il cambio di stagione, nel quale,
come in un rito di passaggio, lasciamo uno dei nostri molteplici sé e ne
acquistiamo uno nuovo (Van Gennep, 1985).
Calabrese M (1990). Psicologia della moda, L’abbigliamento come linguaggio
James. W (1909). Principi Di Psicologia. Milano
Schembri, S and Merrilees, B, Brand consumption and narrative of the selfPsychology & Marketing, Vol. 27(6): 623–638 (June 2010)
Van Gennep, (1985). I Riti di passaggio.
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