giovedì 19 gennaio 2012

"Vesto quindi sono"


Nell’autopresentazione del soggetto coesistono degli elementi involontari, quali il sesso, l’età, la razza, che trasmettono notizie sul suo corpo e sui suoi ruoli; con degli elementi manipolati intenzionalmente che esprimono il modo in cui il soggetto vede se stesso e così vuole che gli altri lo percepiscano (Calabrese M, 1990).

James (1909) distingue tre componenti dinamiche del sé:

Me Materiale: deriva dalla consapevolezza di avere un corpo e degli oggetti;
Me Sociale: deriva dalle immagini che l’individuo presume che gli altri abbiano di lui/ lei, dalle norme, dai valori sociali;
Me Spirituale: le attitudini personali;

Il Me Materiale è fondamentale per quanto riguarda il significato degli oggetti moda, in quanto gli oggetti che possediamo fanno parte della nostra identità e se vengono criticati, ci sentiamo criticati in prima persona, poiché “vesto quindi sono”.
Belk (1988, In Schembri S e Merrilees B) propone la teoria “of the extended self” la quale asserisce, in prospettiva filosofica, che i consumatori sono la somma dei loro possedimenti e l’oggetto è parte del sé. Ahuvia (2005, In Schembri.S e Merrilees.B) sostiene che con l’avvento del postmodernismo si è introdotta la possibilità degli individui di possedere un frammentato e multiplo senso del che esprimiamo anche attraverso diversi stili di abbigliamento. Quindi, il nostro armadio è in stretta relazione alla nostra identità. Separando i diversi stili di abbigliamento, l’armadio ci permette di far emergere l’aspetto del sé che desideriamo in quel momento. Quando la nostra identità cambia, anche il nostro guardaroba cambia di conseguenza e una fase importante di trasformazione è proprio il cambio di stagione, nel quale, come in un rito di passaggio, lasciamo uno dei nostri molteplici sé e ne acquistiamo uno nuovo (Van Gennep, 1985).



Calabrese M (1990). Psicologia della moda, L’abbigliamento come linguaggio
James. W (1909). Principi Di Psicologia. Milano
Schembri, S and Merrilees, B, Brand consumption and narrative of the selfPsychology & Marketing, Vol. 27(6): 623–638 (June 2010)
Van Gennep, (1985). I Riti di passaggio.

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