Come già accennato nel post di martedì 10 gennaio, intrinseco della parola “moda” è l’elemento della sua durata limitata e destinata all’estinzione.
Il ciclo della moda è quel periodo che passa tra l’introduzione di una moda e la sua sostituzione da parte di una successiva.
Il passaggio da una moda all’altra non è sempre evidente, poiché spesso tra quella nuova e quella vecchia si hanno delle somiglianze e non s’intuisce subito il passaggio, che può essere stabilito solo a posteriori. Per quanto riguarda l’abbigliamento femminile (anche se, ovviamente, il sistema moda non si limita soltanto a quello) alcuni studiosi hanno teorizzato che si parla di nuova moda femminile quando interviene un sostanziale cambiamento in uno tra questi elementi:
- silhouette
- lunghezza della gonna
- ampiezza del pantalone
- caratteristica del tessuto
- colore
- scollatura
Per l'uomo invece si considera soprattutto il capospalla ed in particolare:
- il volume
- il tessuto
- il numero di bottoni
- il numero di tasche
- l'ampiezza del rever
(Calabrese. M 1990)
Il passaggio dalla vecchia alla nuova moda non avviene bruscamente, inizialmente si sovrappongono, poi il nuovo prende il sopravvento. Nei confronti della vecchia moda, diventata ormai obsoleta, c'è un vero e proprio rifiuto da parte del soggetto. (Fig 1)
Nonostante la moda segua un modello ciclico standardizzato, bisogna comunque precisare che ogni moda ne prevede una diversa durata: infatti, ci sono cicli che in breve tempo raggiungono il massimo di popolarità e per un periodo più o meno lungo la mantengono, mentre altri impiegano molto a raggiungere il picco di popolarità e poi in poco tempo la perdono; ci sono mode che scompaiono velocemente, mentre altre rimangono sul mercato per lungo tempo.
Calabrese M (1990). Psicologia della moda, L’abbigliamento come linguaggio
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