Simmel, uno tra i più importanti studiosi delle origini della moda, afferma
che esiste una contraddizione intrinseca all’uomo: la ricerca d’identificazione
e conformità (imitazione) e la ricerca d’individualizzazione e
distinzione (differenziazione).
Il bisogno di unicità è presente in tutti gli individui e consiste nel
desiderio di essere diversi dagli altri, di essere percepiti come speciali e
particolari, e non confondersi con la massa. Anche per quest’aspetto
dell’identità sono importanti l’abbigliamento e gli accessori; infatti, con
l’esclusività di un capo, l’originalità di un abbinamento, la particolarità di
un accessorio, ci sentiamo diversi e migliori dagli altri.
Dall’altro lato il soggetto ha il desiderio di uniformarsi e di essere
simile agli altri, soprattutto al gruppo di appartenenza e il riconoscimento a
membro di tale gruppo porta a scegliere abiti segno di questo legame. Tuttavia,
è di fondamentale importanza distinguere l’adesione interiore, cioè
quando accettiamo e adottiamo lo stile, la moda del gruppo perché ci piace, dal
conformismo, cioè quando l’accettazione deriva dalla pressione reale o
immaginaria che si subisce e non dalla condivisione (Pizza P, 2010). Come
affermato nell’articolo di Ayalla Ruvio (2008) noi viviamo in “ a mass
world”, in un mondo di massa, con una produzione di massa, i mass media e
la comunicazione di massa, e in questi ambiti l’influenza gioca un ruolo
fondamentale. Ogni cosa che vediamo, tocchiamo e compriamo è disponibile in
abbondanza, nella stessa forma per noi e per chiunque intorno a noi (ib.444,
2008). In accordo alla “NFU (need for uniqueness) theory”, cioè
la teoria del bisogno di unicità, si sviluppa il costrutto del “consumers’
needfor uniqueness, CNFU ”. Da un estremo di questa teoria molte
persone desiderano essere “come chiunque altro”, ma dall’altro estremo
vorrebbero essere diverse e distinguersi il più possibile.
Le persone, quindi, valutano costantemente il loro grado di somiglianza o
diversità dagli altri. Molte ricerche in questo campo dimostrano che la
percezione di alti livelli di similarità o dissimilarità viene percepita come
spiacevole e riduce l’autostima dell’individuo (Fromkin, 1970, 1972).
Le persone reagiscono emotivamente e attraverso i loro comportamenti per mantenere un livello moderato di unicità. E voi, cari lettori, cosa ne pensate?? Avete mai provato queste sensazioni??
Ayalla Ruvio (2008) Unique like everybody else?The dual role of consumers’need for uniqueness Psychology & Marketing, Vol 25(5): 444-464
Fromkin, H. L. (1970). The effect of experimentally aroused feelings of undistinctiveness upon valuation of scarce and novel experiences. Journal of personality and social psychology, 16, 521–529
Fromkin, H. L. (1972). Feelings of interpersonal undistinctiveness: An unpleasant affective state. Journal of experimental research in personality, 6, 178–182
Fromkin, H. L. (1970). The effect of experimentally aroused feelings of undistinctiveness upon valuation of scarce and novel experiences. Journal of personality and social psychology, 16, 521–529
Fromkin, H. L. (1972). Feelings of interpersonal undistinctiveness: An unpleasant affective state. Journal of experimental research in personality, 6, 178–182
Pizza, P (2010) Psicologia sociale della moda. Abbigliamento e identità
Simmel, G , La moda, Editori Riuniti, Roma,1985
Secondo me il "consumers' need for uniqueness" è sempre più d'attualità. E a ciò cercano di guardare anche le aziende produttrici, orientate a coinvolgere sempre più emotivamente il consumatore, garantendone l'unicità, ma soprattutto un buon livello di autostima..
RispondiEliminaA questo proposito penso sia interessante questo articolo, sulle tendenze 2012 delle maggiori aziende fashion:
http://www.ninjamarketing.it/2012/01/17/moda-di-lusso-le-migliori-idee-di-marketing/
Caro Lorenzo, ho trovato il tuo suggerimento molto interessante. Alcuni degli argomenti trattati sul sito linkato rappresentano uno spunto per potenziali post futuri. Grazie!
RispondiEliminaContinua a seguirmi!